Teatro

Ritorni e sorprese per la stagione 2016-17 della Scala

Ritorni e sorprese per la stagione 2016-17 della Scala

Verdi grande protagonista, ma anche Puccini e Mozart passando per Wagner, Donizetti e Rossini senza tralasciare il barocco e il contemporaneo. Tra riprese e nuove produzioni, una stagione che cerca di avvicinare il pubblico al teatro italiano più famoso nel mondo.

La stagione 2016.17 del Teatro alla Scala presenta grandi nomi con attesi ritorni e sorprese su titoli di compositori prevalentemente italiani. L'apertura del 7 dicembre è riservata a Madama Butterfly, con cui prosegue, dopo Turandot e La fanciulla del west (recensioni presenti nel sito), il progetto di Riccardo Chailly di messa in scena e registrazione del corpus del maestro toscano. La nuova produzione è affidata a Alvis Hermanis (di cui sono passati a Milano Die Soldaten e I due Foscari – recensioni presenti nel sito, come anche il suo Trovatore salisburghese) e vede la presenza nei due ruoli principali della sudamericana Maria Josè Siri e del nordamericano Bryan Hymel. Nove le recite in cartellone: dopo la prima del 7 dicembre e l'anteprima del 4 riservata ai giovani, le repliche sono a dicembre (10-13-16-18-23) e gennaio (3-8).

I due successivi titoli, entrambi verdiani, vengono da Salisburgo. Don Carlo viene finalmente proposto nella versione in cinque atti con la regia di Peter Stein, la direzione di Myung-Whun Chung e Francesco Meli nel ruolo del titolo (numerose recite tra gennaio e maggio); Falstaff è ambientato nella casa di riposo Giuseppe Verdi di Milano e ha la regia di Damiano Michieletto, la direzione di Zubin Mehta e Ambrogio Maestri nel ruolo del titolo (nel sito è presente la recensione del debutto salisburghese), in scena per otto recite dal 2 al 21 febbraio in un confronto serrato con l'allestimento di Robert Carsen passato più volte recentemente al Piermarini e da noi recensito.


Il quarto titolo è ancora verdiano e riporta alla Scala un allestimento sontuoso e famosissimo di Traviata, quello con la regia di Liliana Cavani, le scene di Dante Ferretti e i costumi di Gabriella Pescucci: anche qui interessante il confronto con l'intenso allestimento di Laurent Pelly (6 le recite in cartellone dal 28 febbraio al 14 marzo); stellare il cast: Anna Netrebko, Francesco Meli e Leo Nucci. Tornano alla Scala anche i famosi e “storici” allestimenti di Bohème con la regia di Franco Zeffirelli (dal 7 giugno al 14 luglio) e del Ratto dal serraglio con la regia di Giorgio Strehler (dal 17 giugno all'1 luglio). Tale può essere considerato anche il Don Giovanni degli specchi e dei sipari con la regia intelligente e raffinata di Robert Carsen che è presente dal 6 maggio al 6 giugno diretto da Paarvo Sarvi.

La commedia verdiana è seguita dalla commedia wagneriana, I maestri cantori di Norimberga in un attesissimo allestimento che proviene da Zurigo con la direzione di Daniele Gatti e la regia di Harry Kupfer di cui sta per arrivare alla Scala il Rosenkavalier prodotto da Salisburgo e da noi recensito (sette recite dal 16 marzo al 5 aprile).

Il progetto di riportare alla Scala il repertorio italiano nella sua interezza, inaugurato quest'anno con il grande ritorno del Verismo rappresentato da La cena delle beffe di Giordano (recensione presente nel sito), prosegue nel 2017 con due titoli belcantistici: Anna Bolena di Donizetti e La gazza ladra di Rossini. In particolare di Donizetti il Teatro alla Scala aveva a oggi una sola produzione, L’elisir d’amore. Per Anna Bolena sale sul podio Bruno Campanella, uno specialista dell’opera italiana del primo Ottocento, in uno spettacolo di taglio moderno, ma concostumi d’epoca, di Marie-Louise Bischofberger. Nell’impegnativa parte del titolo debutta la giovanissima Federica Lombardi: con lei la Scala continua a investire sui talenti usciti dalla sua Accademia. Jane di Seymour avrà invece la voce esperta di Sonia Ganassi. Anna Bolena è in scena dal 31 marzo al 23 aprile, intrecciata alla Gazza ladra (dal 12 aprile al 7 maggio) con la regia di Gabriele Salvatores e un cast di giovani e meno giovani ma sempre affermati specialisti rossiniani con la direzione di Riccardo Chailly a 200 anni esatti dalla prima esecuzione assoluta sempre alla Scala.

Dopo una serie di spettacoli con titoli noti, i successivi tre sono più di nicchia: Hansel e Gretel di Engelbert Humperdink (dal 2 al 24 luglio), Tamerlano di Haendel a settembre e Der Freischutz di Carl Maria von Weber a ottobre. Poi ritorna il grande repertorio con Nabucco, Verdi è sicuramente il compositore di riferimento di questa stagione: viene ripreso l'allestimento coprodotto  con Chicago, Londra e Barcellona che ha la regia di Daniele Abbado e la direzione di Nello Santi (in scena dal 24 ottobre al 19 novembre); nel cast Leo Nucci, Stefano La Colla e la giovane Anna Pirozzi alternata all'esperta Martina Serafin.

In conclusione di stagione Ti vedo, ti sento, mi perdo, commissionata a Salvatore Sciarrino dalla Scala e dalla Staatsoper Unter der Linden di Berlino. Sciarrino, uno dei compositori contemporanei più apprezzati ed eseguiti, ha una profonda passione per la musica italiana tra ‘500 e ‘600; al centro della nuova opera è la tragica vita di Alessandro Stradella (1639 – 1682) ma, a differenza dei numerosi predecessori ispirati soprattutto dagli aspetti romanzeschi della figura del compositore, Sciarrino sceglie di non portarlo in scena ed evocarlo unicamente attraverso la musica. Lo spettacolo è affidato a Jürgen Flimm e Gudrun Hartmann, legati a Sciarrino da un lungo rapporto artistico e personale, mentre sul podio sale il giovane Maxime Pascal. Dopo il successo di CO2 di Giorgio Battistelli, la Scala riprende così la consuetudine di proporre ogni anno un titolo contemporaneo, preferibilmente in prima assoluta come in questo caso per le recite dal 14 al 26 novembre.